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03. Lettera agli artigiani, alle casalinghe, ai disoccupati...ecc


Ti sei mai chiesto cosa fanno i nostri politici per migliorare la situazione del nostro Paese? Prova ad ascoltare le loro dichiarazioni e prova a ricordare il significato, la sostanza delle dichiarazioni di tutti i politici precedenti, di qualsiasi schieramento. Vedrai che di là da piccoli cambiamenti di stile e di qualche slogan, tutte le dichiarazioni si assomigliano. Tutte le dichiarazioni sono generiche, sono “belle parole”. Se poi controlli l’operato vedi che tutti i partiti che sono arrivati al governo hanno agito seguendo la stessa linea e vale a dire favorendo sempre le grosse imprese a discapito di quelle piccole, degli artigiani, dei professionisti e dei lavoratori dipendenti. I lavoratori dipendenti hanno pagato lo scotto della diminuzione del potere d’acquisto, i professionisti e gli artigiani delle pastoie burocratiche, le piccole imprese della mancanza di incentivi e tutti dell’aumento eccessivo delle tasse.

artigiano_di_AngkorLe grandi imprese invece hanno avuto agevolazioni fiscali, sovvenzioni sostanziose anche a fondo perduto, largo uso della cassa integrazione. Hanno dovuto cedere qualche contropartita? No! Il governo avrebbe potuto pretendere in cambio una quota delle azioni; non l’ha mai fatto.

E’ giustizia questa? Dovremo continuare così per sempre?

Ma quali sono le cose che non vanno nel nostro Paese? L’ elenco è lungo, in ogni settore ci sono disfunzioni, scompensi, disorganizzazione. Sanità, scuola, tasse, trasporti, posta, disoccupazione, povertà in continuo aumento, pensioni, deficit pubblico ... sono tutti problemi annosi, insoluti e, con i sistemi attuati dai nostri governi, di impossibile soluzione.
Incredibilmente la gente si lamenta, mormora, mugugna, ma non fa assolutamente niente per cambiare questa situazione.

Vediamo un po’ più in dettaglio alcuni dei problemi che attanagliano il nostro Paese.

DEBITO PUBBLICO

L’Italia ha, a tutto gennaio 2011, un debito pubblico di più di milleottocentosettantanove miliardi di euro (tradotto in cifre € 1.879.926.000.000), pari al 120,8 % del PIL. Ogni italiano quindi (donne, vecchi e bambini, disoccupati, carcerati, barboni e preti compresi) ha la bellezza di oltre 31 mila euro di debito a testa; se avete moglie e due figli, il debito della vostra famiglia è di 124 mila euro.

Questo debito, malgrado ogni promessa di tutti i governi, compreso quello attuale, continua a salire.

A giugno 2011 il debito è salito a € 1.890.622.000.000.

archivi_1_modBUROCRAZIA

I paesi europei moderni hanno un sistema legislativo/burocratico formato da 5.000 / 7.000 leggi. In Italia ci sono invece dalle 150.000 alle 200.000 leggi. Il numero esatto non lo sa nessuno. Sono leggi spesso farraginose e molto spesso contraddittorie, anche i giudici e gli avvocati sono in difficoltà. E’ evidente il caos in cui versa il sistema legislativo e giudiziario italiano.

A proposito di sistema giudiziario, al Ministero di Grazia e Giustizia c’è l’assenteismo più alto che qualsiasi altro settore, 15,2%.

MALAVITA

La malavita è un altro grosso problema italiano. Soltanto nel meridione la mafia siciliana, la camorra, ndrangheta e sacra corona unita hanno più di 18.000 tra “soldati” e boss. A questi vanno aggiunte decine di migliaia di affiliati, confidenti e “amici”, che aiutano la malavita organizzata con informazioni utili dei vari ministeri, uffici pubblici, questure, prigioni, banche, ecc. Per il nord invece non si hanno neanche cifre indicative, ma se si pensa che sono più di 65.000 i cittadini rinchiusi nelle prigioni (di cui 34.000 stranieri pari al 37.1% del totale), ci si può fare un’idea abbastanza precisa di questa piaga.

operai_14_modDISOCCUPAZIONE

Nella precedente stesura del Manifesto scrivevo:

“Il problema che però preoccupa maggiormente gli Italiani è la disoccupazione. La disoccupazione è grave in tutta l’Europa, e l’Italia, con il 12%, ha raggiunto un livello preoccupante. E’ addirittura tragica la situazione del mezzogiorno dove in molte regioni la disoccupazione supera il 20%. La disoccupazione giovanile ha raggiunto il 30% e nel sud supera il 50%. Molti giovani devono aspettare anche dieci anni prima di trovare il primo lavoro. Molti altri sono condannati a non lavorare mai.”

Ancora oggi le donne sono discriminate anche nei paesi "avanzati".

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Oggi, gennaio 2011, la percentuale è aumentata, ma le autorità invece ci dicono che, al terzo trimestre 2010, è del 8.6%. Come è possibile? Facile, hanno cambiato i criteri di calcolo. In parole povere, hanno taroccato i dati. In ogni modo il risultato è sempre questo:

Gran parte degli ultraquarantenni licenziati non sarà più reintegrata nel mondo del lavoro e

MOLTI GIOVANI ITALIANI SONO CONDANNATI A NON LAVORARE MAI.
E’ GIUSTO TUTTO QUESTO?

giovani 1 mod2Tutte le previsioni, sia quelle a breve sia quelle a lungo termine, parlano di un continuo peggioramento della situazione occupazionale. L’automazione, l’alta tecnologia e il computer hanno determinato e continuano a determinare una disoccupazione sempre più insopportabile.

E’ vero che recenti studi statistici prevedono che nel 2020 ci saranno 12.000 nuove professioni, ma ben il 30% di quelle odierne non esisteranno più. A peggiorare la situazione sarà l’internazionalizzazione della produzione e del commercio (VEDI GLOBALIZZAZIONE), che determinerà nei paesi industrializzati un ulteriore crollo dell’occupazione.

Le ultime previsioni sostengono che soltanto metà della popolazione avrà un lavoro a tempo pieno. Questa previsione riguarda l’Europa; per l’Africa, l’Asia e l’America Latina, le previsioni sono ancora più tragiche.

uomo_2Non preoccupiamoci però del futuro remoto, visto che il futuro prossimo è già pauroso. La sola privatizzazione caldeggiata dall’Unione Europea e fomentata dalla destra capitalista porterà al licenziamento di centinaia di migliaia di dipendenti.

Non illudiamoci, quando i vari governi parlano di aumentare l’occupazione c’ingannano e si autoingannano, gli interventi usuali (piccoli ritocchi dei tassi d’interesse, investimenti di qualche miliardo di euro, ecc.) servono soltanto a contenere temporaneamente l’aumento della disoccupazione. La cosiddetta società postindustriale non è capace neanche a limitare in modo definitivo la disoccupazione, figuriamoci se può sperare di eliminarla.

Pertanto rassegnatevi, se manteniamo questo tipo di società (capitalista, liberista, socialdemocratica) siamo condannati ad avere una sempre più grande fascia della collettività allontanata dal mondo del lavoro, se invece adottiamo una società comunista siamo condannati al fallimento economico.

Con questi partiti e questi sistemi siamo condannati a un futuro di incertezza e di paura, per noi e i nostri figli.

E allora dobbiamo rimanere fermi e accettare tutti gli imbrogli, le ingiustizie e le idiozie dei nostri politici? Non possiamo fare nulla per cambiare la situazione? Non possiamo eliminare tutte queste disuguaglianze, tutte queste ingiustizie? Io penso che non solo possiamo cambiare la nostra società, ma abbiamo il dovere di farlo. Non è retorica; credo che anche tu senti il bisogno di vivere in una società migliore e quindi non puoi non sentire il desiderio di agire.

Si può cambiare tutto e in tempi piuttosto brevi. Si può avere una società più giusta, dove tutti lavorano, dove nessuno deve “fare i salti mortali per arrivare alla fine del mese”, dove tutti i servizi sociali, sanità, scuola, trasporti funzionano non solo adeguatamente, ma nel migliore modo possibile. Per avere una risposta veloce basta che tu legga la Lettera aperta, per i dettagli, il Dizionario politico.

cinesi_3_modTu mi potresti dire: "Adesso ho letto il Manifesto del Cooperativismo. E allora? Cosa cambia?” Se ti sei convinto che i cambiamenti prospettati in questo libretto sono attuabili è già un bel passo avanti, se non sei convinto significa che hai delle obiezioni, e allora contattami, sono sicuro di riuscire a fugarle.

Ho affermato che se sei convinto è un bel passo avanti, ma non basta. Bisogna agire. Avere belle convinzioni e non agire non cambia proprio nulla. Ma come agire? Non ci vuole molto, non devi spendere soldi, non devi spendere troppo tempo e in ogni caso solo il tempo che riterrai opportuno. Ricordati, con il Cooperativismo non sei e non sarai mai obbligato a fare nulla, però se lo desideri potrai fare molto.

Per le stesse mansioni una donna riceve uno stipendio medio inferiore del 20% a quello dell'uomo.

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opinions_7Non avere timori, non essere restio, il Cooperativismo è solo un’opinione che vuole diventare una corrente d’opinione. Non è un partito, non è estremista. Soltanto cambiando le opinioni si può cambiare il sistema definitivamente. Pertanto il nostro primo obiettivo è quello di far circolare le opinioni. Il Cooperativismo vuole anche essere incisivo nel mondo del lavoro, quindi, se vuoi una possibilità in più di occupazione, contattaci, ti diremo come fare.

Che cosa vogliamo? Vogliamo giustizia, tranquillità, sicurezza, una vita dignitosa, vogliamo servizi efficienti, ma soprattutto vogliamo

LAVORO PER TUTTI, SUBITO!
LAVORO PER TUTTI, SEMPRE!

operai_18_carpenterNon sei stanco di essere preso in giro? Non sei stanco di vivere continuamente in ansia? Non sei stanco di vivere sempre male? Se sei senza lavoro potresti non ottenerlo mai. Se lavori puoi venire licenziato e uscire così dal mondo del lavoro per sempre. Pensi che a te non possa succedere? Pensi di avere un lavoro o una professione esente dal pericolo di licenziamento? Se hai questa convinzione ho paura che ti sbagli.

Pensi che se anche dovessi perdere il tuo posto di lavoro non ci vorrebbe molto tempo per trovarne un altro? Se in questo momento la tua professione è molto ricercata hai senz’altro ragione. Ma fra un anno? Fra cinque? Le professioni cambiano continuamente, ti potresti trovare fuori mercato perché la tua professione non è più richiesta.

operai_21Pensi di essere troppo furbo e intelligente per essere estromesso dal mercato. Sei bravo, conosci la tua professione, hai esperienza, conosci molte lingue, ti informi e ti aggiorni continuamente, ti senti in una botte di ferro. Ma lo sei veramente? Cosa succederebbe se la tua società, per cambiamenti tecnologici o di mercato, fosse costretta a un ridimensionamento del personale? E se questo ridimensionamento fosse eseguito quando tu hai cinquanta o più anni? Pensi di avere poche probabilità di venire licenziato? Ho paura che ti sbagli.

A torto o a ragione le società preferiscono i dipendenti giovani. Si pensa che verso i trentacinque anni un dipendente abbia un’esperienza e una maturità più che sufficienti e che l’entusiasmo, la forza, la fantasia, l’apertura mentale, la flessibilità, l’ingegno siano notevolmente superiori a quelli di un cinquantenne. Queste qualità, vere o immaginarie, tenderanno sempre a far preferire il dipendente giovane a quello “vecchio”.

direttori_8_modSolo per un alto dirigente è preferita l’anzianità, sinonimo di esperienza e saggezza, alla giovinezza. Ma neanche i dirigenti sono al riparo dal licenziamento e dalla disoccupazione. Basta un periodo più o meno lungo di stagnazione, qualche difficoltà nelle vendite, la perdita di un mercato, ecc., per perdere l’incarico. Una volta licenziato neanche il dirigente è sicuro di ritrovare un’occupazione.

E i dipendenti statali? Sono almeno loro sicuri della loro occupazione? Purtroppo no. Anche l’Italia sta adottando, per risanare i bilanci, l’idea di ridimensionare il personale statale. Le previsioni parlano di 300.000 esuberi nei prossimi due o tre anni. La destra, la Comunità Europea o più semplicemente la necessità di salvare il bilancio potrebbero costringere il governo a adottare le misure più drastiche.

Allora cosa facciamo, restiamo ad aspettare che il governo attuale continui come tutti i precedenti, cioè a adottare timide misure contro la disoccupazione e così non risolvere assolutamente niente?

E’ questo che vogliamo? No! Noi vogliamo
LAVORO PER TUTTI, SUBITO!
LAVORO PER TUTTI, SEMPRE!

BASTA CON LE INGIUSTIZIE !
UNISCITI A NOI NON SARAI MAI SOLO

Tutte le società odierne sono più o meno maschiliste, il potere è saldamente in mano agli uomini.

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RIBELLATI! LOTTA PER I TUOI DIRITTI!

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