Logo

11. Storia delle idee filosofiche e politiche precedenti al cooperativismo universale


Indice:

  Pag.Argomenti
CoopUni .1 Questo indice
statue Aristotele volto .2 Platone, Aristotele, Tommaso Moro, Tommaso Campanella, Gian Giacomo Rousseau, Dionigi Diderot.
statue Fichte .3 Giovanni Amedeo Fichte, Claudio Enrico di Saint Simon, Davide Ricardo 1°.
anarchy .4 Davide Ricardo 2°, Carlo Fourier, Jean Sismondi.
statue Owen2 .5 Robert Owen, Auguste Comte, Giovanni Stuart Mill.
cobden 3 mod .6 Richard Cobden, Pier Giuseppe Proudhon, Louis Auguste Blanqui, Buret, Louis Blanc, Federico Engels.
marx 4 .7 Carlo Marx 1°.
operai 30 .8 Carlo Marx 2°.
fotoritratto Herbert-Marcuse .9 Carlo Marx 3°, Ferdinand Lassalle, Giovanni Dewey, Herbert Marcuse.

 


plato_1Platone ( Atene 428 - 347 a.C.). Lo Stato deve essere costituito da tre classi: reggitori, guerrieri e artigiani. L'individuo che si riveli degno, viene elevato a una classe superiore a quello in cui si trova. Perché reggitori e guerrieri possano veramente e completamente dedicarsi alla cura dello Stato, non debbono essere distratti da altri interessi e da altri affetti. Da ciò la necessità che guerrieri e reggitori non abbiano proprietà private e non si costituiscano una famiglia. Quindi i beni, sempre limitatamente alle prime due classi, dovranno essere in comune, in comune le donne e l'educazione dei fanciulli dovrà essere affidato allo Stato. L'unico loro interesse è la felicità di tutti i cittadini.

Aristotele ( Stagira 384 - 322 a.C. Calcide ). Respinge la teoria statue_Aristotele_volto.jpgcomunistica di Platone e osserva che, tolta la proprietà privata e la famiglia vengono con ciò tolti i due motivi principali che spingono l'uomo all'azione. Quando, egli dice, la proprietà è collettiva, nessuno si occupa con amore di essa, e quando i fanciulli appartengono a tutti i cittadini, nessun cittadino se ne curerà veramente.

Tommaso Moro ( 1479 - 1535 ). Sostiene la tesi dello Stato moderno (comunismo, indifferenza religiosa, predominio delle forze laiche), fondendo elementi della società medievale con il comunismo platonico. Il suo nome rimane legato essenzialmente all'opera "Utopia" ( Luogo che non c'è.) Alcune frasi da questo libro: ... chi è più propenso a scatenare una rivoluzione se non chi è scontento della sua condizione? Chi è più tentato dall'idea di trarre vantaggio dal sovvertimento dell'ordine esistente se non chi non ha niente da perdere? ... io non vedo come possa esserci prosperità e giustizia finché dura la proprietà privata e tutto è valutato in funzione del denaro. ...

Tommaso Campanella (1568 - 1639 ) Nella Città del sole lo Stato deve essere governato da Potenza - Sapienza e Amore. Perché si realizzi la potenza ogni cittadino deve esercitare la funzione o il mestiere che più si confà alla sua natura: perché si realizzi la sapienza tutti i cittadini senza differenza di classe, debbono essere istruiti a cura dello Stato; perché si realizzi l'amore, tutti i beni devono essere in comune, in comune le donne e quindi niente proprietà privata e niente famiglia (comunismo). Il lavoro è un dovere per tutti, e deve essere retribuito secondo il merito e secondo il bisogno. "Sono in Napoli oggi settantamila uomini: di essi soltanto dieci-quindicimila lavorano e costoro vivono schiacciati sotto il peso di una fatica quotidiana eccessiva, e periscono: mentre tutti gli altri si concedono all'ozio e degenerano nella stupidità, nell'avarizia, nelle malattie, nella voluttà e nella brama dei piaceri. Ma, nella Città del sole, dove funzioni, arti, mestieri e occupazioni vengono equamente ripartiti fra tutti gli uomini, ognuno può lavorare quattro sole ore al giorno; egli può approfittare del tempo che gli resta per procurarsi, nel modo che gli è più congeniale, sagge cognizioni, per discutere, leggere, discorrere, scrivere o dedicarsi a liberi esercizi dello spirito e del corpo".

rousseau_2_modGian Giacomo Rousseau (Ginevra 1712 - 1778). Il discorso sulle origini della disuguaglianza. Allo stato di natura tutti gli uomini sono liberi e uguali, ma perdono libertà e uguaglianza quando passano allo stato sociale. Questo passaggio è determinato dalla istituzione della proprietà privata, la quale, distinguendo gli uomini in ricchi e poveri, mette in condizione i poveri di non potere fare più a meno dei ricchi... Alcuni aforismi: "Il primo uomo che, avendo cintato un pezzo di terra, si credette in diritto di dire: Questo è mio" e trovò della gente abbastanza ingenua da credergli, fu il vero fondatore della società civile". "L'uomo è nato libero, e dovunque è in catene. Qualcuno si crede padrone degli altri, ma non cessa più schiavo di loro".

Dionigi Diderot di Langres (1713 - 1784) La società è basata su leggi e istituzioni assurde. Il genere umano gli appare come l'infelice curvo sotto il giogo impostogli dai furfanti: ci mette in guardia da coloro che vogliono introdurre l'ordine: ordinare vuol dire erigersi a signore degli altri uomini, ponendo ostacoli sulla loro strada.


statue_Fichte.jpgGiovanni Amedeo Fichte (Rammenau 1762 - 1814) Il "dotto" è il maestro dell'umanità, è il responsabile del destino del popolo al quale appartiene. La garanzia dei diritti naturali non è, però, sufficiente per l'esercizio della vita morale. E' anche necessario che lo Stato assicuri ai cittadini condizioni economiche giuste, rendendo impossibile la povertà e dando a tutti lavoro e possibilità di possedere. Ciò può fare una organizzazione politica a carattere socialista, e di questo tipo di organizzazione il Fichte tratta nell'opera che ha per titolo Lo Stato come ragione o lo Stato commerciale chiuso (1800)

Claudio Enrico di Saint Simon (1760 - 1825) si aspettava l'instaurazione di una società fondata sulla giustizia e sulla solidarietà umana a mezzo del progresso della scienza e dell'avvento dell'autentico Cristianesimo.

Davide Ricardo (1772 - 1823) Credeva nella limitazione dell'intervento statale nella vita economica. Condivise le idee di Malthus sulla crescita della popolazione e sul fatto che la pressione demografica avrebbe portato i salari a un livello minimo. La sua teoria della rendita sostiene che, con la crescita della popolazione si sarebbe coltivata nuova terra e le rendite dei proprietari sarebbero aumentate. Questo aumento avrebbe ridotto gli introiti dei capitalisti (profitto) e quelli dei lavoratori (salari) e alla fine avrebbe bloccato qualsiasi progresso. Questa teoria venne accettata sia dagli economisti conservatori sia da Marx e i suoi seguaci.

owen_1Leggiamo la spiegazione della teoria della rendita di Ricardo e le sue implicazioni che ci ha dato Bertrand Russell. " La teoria ricardiana della rendita è semplice, e perfettamente valida in circostanze adatte. Nel prenderla in esame, limitiamoci, tanto per cominciare, al settore agricolo. Qualche terreno è più fertile, qualche altro meno; in un dato momento, deve esservi, ai margini della coltivazione, qualche terreno che mette appena il conto di coltivare: che, cioè, renda appena al capitale del fittavolo un profitto che è uguale a quello che lo stesso capitale darebbe se investito altrimenti. Se il proprietario dovesse esigere un reddito per questo terreno, il fittavolo non giudicherebbe più conveniente coltivarlo; un terreno come questo, perciò non frutterà nessuna rendita al proprietario. Su terreno più fertile, al contrario, un dato capitale rende più della percentuale solita di reddito; perciò il fittavolo è disposto a pagare il proprietario per il diritto di coltivarlo. Quello che egli è disposto a pagare è il prodotto ottenuto in più di quello ricavato dalla stessa estensione di terra peggiore messa a coltura. Perciò la rendita di un ettaro di terreno è costituita dal sovrappiù di prodotto che può esservi raccolto a quello di un ettaro del terreno peggiore a coltura. ...

Della teoria era possibile fare un'applicazione molto più radicale di quelle contemplate da Ricardo o dagli uomini della Scuola di Manchester. Questi uomini erano ricchi, ma desideravano diventare più ricchi; erano ricchi laboriosi, e non erano disposti ad accettare una posizione inferiore a quella dei ricchi oziosi. Ma non erano per nulla rivoluzionari; volevano che il mondo rimanesse un mondo in cui la ricchezza potesse essere goduta. Inoltre, avevano una radicata diffidenza verso lo Stato, dovuta senza dubbio al fatto che non erano essi a dirigerlo. Per questo motivo, essi non progredirono da Ricardo a Henry George e alla dottrina della tassa unica. Pure, questa è una conseguenza logica. La rendita economica non è pagata al proprietario terriero in cambio di qualche servizio che gli compia, ma unicamente per il permesso di produrre ricchezza sul suo terreno. Egli è arricchito dal lavoro degli altri, senza bisogna d'alzare un dito; la sua funzione economica è unicamente quella di ricevere la rendita, senza in alcun modo aggiungere nulla alla ricchezza nazionale. Non è molto difficile l'illazione che la proprietà privata del terreno dovrebbe essere abolita, e tutte le rendite pagate allo Stato."


pepita_2_modImportante anche la teoria del valore di Ricardo, non per la sua verità, infatti è vera solamente in alcuni casi, ma per l'influenza che ha avuto specialmente tra i pensatori socialisti. Ma ritorniamo alle parole di Russell: "Il problema del valore sorge nell'economia in questa maniera. Supponete di avere una sterlina da spendere; in cambio di essa potete ottenere una certa quantità di grano, o di birra, o di tabacco, o di spilli, o di libri o di quel che volete. Se una certa quantità di grano e un certo numero di spilli costano entrambi una sterlina, essi hanno lo stesso "valore". Che cos'è che fa sì che una data quantità di spilli abbiano lo stesso valore di una data quantità di grano? Ricardo rispondeva: essi avranno lo stesso valore, se per produrli è occorsa la stessa quantità di lavoro. Il valore di ogni merce - egli dice - è misurato dal lavoro impiegato a produrla."

operai_10Questo è vero fino a un certo punto in regime di libera concorrenza, a parità di costo della manodopera, del materiale e dei costi fiscali e a parità di tempo impiegato per produrre la stessa merce. Non è più vero se viene a mancare una di queste condizioni. L'esempio che ci dà Russell è di immediata comprensione. Se una grossa pepita d'oro del valore di 10 mila sterline venisse trovata nel suo campo da qualcuno che per averla non avesse compiuto nessun lavoro, non per questo la pepita diminuirebbe il suo valore e se un'altra pepita dello stesso peso venisse trovata dopo un gran lavoro di scavo in una miniera, non per questo aumenterebbe il suo valore. Quindi tutte e due le pepite hanno lo stesso valore pur avendo impiegato quantità di lavoro differente.

Ma ritorniamo ancora alle parole di Russell:" La teoria ricardiana del valore, non senza motivo, fu accolta con favore dai campioni del lavoro, e da loro rivolta a usi che egli non aveva previsto. Se l'intero valore di una merce è dovuto al lavoro richiesto nel produrla, perché - essi domandavano - non dovrebbe tutto il valore essere pagato agli uomini che hanno fabbricato la merce? Con quale diritto il proprietario terriero e il capitalista si appropriano di una parte della produzione, se non avevano aggiunto niente al suo valore? Gli economisti collegati con i movimenti della classe operaia concludevano che nessuno deve ricevere denaro se non in cambio di lavoro, e che l'operaio aveva diritto a tutta la produzione del proprio lavoro."

Questa conclusione influenzò il movimento socialista da Robert Owen a Karl Marx.

anarchyCarlo Fourier (1772 - 1835) anarchico, era contro ogni forma di costrizione religiosa o sociale, vedeva l'instaurazione della società nuova possibile solo attraverso la libertà delle passioni, che avrebbe reso il lavoro attraente e la vita felice, e proponeva una organizzazione sociale fondata sul falansterio, società di circa 1600 persone, dove tutti i membri, anche donne e bambini si dividono sia il lavoro che i profitti. Vennero fondate negli USA delle comunità organizzate secondo le idee di Fourier.

Jean Sismondi (1773-1842) Economista e storico svizzero, inizialmente seguace di Adam Smith, modificò più tardi i suoi convincimenti, sostenne la necessità della regolazione della competizione e la protezione dei poveri.

Sul concetto di produttività Sismondi, prima di Engels scrisse: " ... ogni uomo che lavora produce più del valore di quello che consuma ... ed è a causa di questo plusvalore (mieux-value) il quale aumenta col progredire delle arti e delle scienze applicate, che l'industria sforna una massa di ricchezze sempre più grande".

"Si potrebbe quasi dire che la società moderna vive a spese del proletariato, con la parte che gli sottrae dalla ricompensa del suo lavoro. Il proletario in effetti ... deve sobbarcarsi tutto il lavoro della società, deve rimanere estraneo a ogni proprietà, e vivere del suo solo salario."

Sismondi inoltre colse prima di Marx il fatto che nell'instabilità sociale permanente la natura profonda del processo di industrializzazione.


statue_Owen2.jpgRobert Owen (1771 - 1858) è considerato, a ragione, il fondatore del socialismo, del movimento cooperativistico e ha dato origine alla libertà di pensiero della classe operaia.

Verso i dieci anni fece questa riflessione: " La ragione mi insegnava che non avrei potuto avere neppure una delle mie qualità, che esse mi erano imposte dalla Natura; che la lingua, la religione, le abitudini, mi erano imposte dalla Società; ... Così, scorgendo l'errore della loro base, fui costretto ad abbandonare tutta la fede in ognuna delle religioni insegnate dall'uomo. Ma i miei sentimenti religiosi furono sostituiti immediatamente dallo spirito della carità universale: non per una setta o un partito, o per un paese o un colore, ma per il genere umano, e con un effettivo e ardente desiderio di fargli del bene."

Uomo d'ingegno e di eccezionale fascino, da garzone di bottega diventò un industriale che prosperò nonostante dirigesse l'azienda con metodi filantropici. Fondò a New Lanark, la prima industria con annesso villaggio per i lavoratori, scuole per i bambini, la prima scuola materna dell'Inghilterra, aprì un fondo per il sostentamento dei lavoratori ammalati, ridusse le ore lavorative ottenendo un successo negli affari che lo rese famoso in tutto il mondo.

Convinto che la miseria del popolo derivasse dalla concorrenza che il "macchinario morto" faceva al "macchinario vivente", si aspettava il rinnovamento sociale dalla distruzione delle macchine e dal ritorno alla vanga, e perciò istituì delle comunità agricole dove ognuno doveva lavorare per tutti e dove tutti i beni erano in comune.

" I mercati sono creati dalla richiesta della classe operaia, la quale dipende a sua volta dai salari; perciò, per dar incremento al mercato, non c'è altro da fare che aumentare i salari."

Auguste Comte (1798 - 1857) fondatore del Positivismo e della Sociologia di cui inventò anche il nome. Gli studi fatti alla Ecole Polytechnique lo convinsero che il metodo scientifico doveva essere applicato ai problemi sociali e realizzare così una organizzazione sociale e politica, che assicuri il perfezionamento spirituale degli uomini e la maggiore felicità possibile del genere umano.

stuart_mills_modGiovanni Stuart Mill ( Londra 1806 - 1873) e suo padre Giacomo, in contrapposizione con la credenza di Bentham che esclude la possibilità della virtù assolutamente disinteressata, credono che l'esperienza, invece, dimostra che noi siamo capaci di agire disinteressatamente. Essi dicono che originariamente non vi sono nell'uomo che tendenze egoistiche ed azioni corrispondenti. Ma accade che per fare il nostro interesse si sia costretti a fare l'interesse degli altri come mezzo necessario del nostro. Poi, la costante associazione tra il nostro interesse e quello degli altri, porta a desiderare il piacere altrui indipendentemente dal nostro e quindi ad agire, di fatto, disinteressatamente.

Mill assegna alla qualità del piacere una importanza preliminare (Epicuro) e considera, come principio immediato dell'azione umana un sentimento disinteressato, nato da un primitivo egoismo, per la constatata coincidenza della felicità e dell'utilità nostra con quella degli altri. Questo sentimento di solidarietà diverrà un giorno l'unica vera religione. Il vero utilitarista ricerca il bene degli altri con la stessa premura con cui ricerca il bene proprio. "Il precetto dell'amore di Gesù di Nazareth ha in sé lo spirito della morale utilitaria".

Continua a essere di gran importanza il suo contributo alla difesa della libertà individuale dall'interferenza dello stato e alla eguaglianza delle donne.


cobden_3_modRichard Cobden (1804 - 1865) Come molti riformatori, era ispirato dal buon senso. Riteneva che le nazioni dovrebbero cercare la ricchezza nazionale, senza troppo riguardo a cose quali la gloria e l'ampliamento del territorio. Sosteneva il pacifismo non per un motivo astrattamente a priori, ma per il motivo che le guerre e la preparazione delle guerre sono economicamente rovinose. In pari tempo, dietro la sua facciata economica, aveva un cuore tenero e un forte sentimento umanitario. Sosteneva che il libero commercio nei generi alimentari avrebbe migliorato le condizioni tanto dei datori di lavoro come dei dipendenti dell'industria; e l'esperienza dimostrò che egli aveva ragione. Sosteneva che di tutti gli scopi politici che hanno avuto importanti effetti sociali, la ricerca della comune prosperità materiale è il migliore.

Fu antinazionalista, antimperialista e pacifista in un'epoca in cui queste idee erano considerate da tutti eresie.

Pier Giuseppe Proudhon (1809 - 1865) vedeva i mezzi del rinnovamento sociale nella diffusione della piccola proprietà (è suo il celebre aforisma "la proprietà è un furto" ) e nella educazione filosofica delle masse all'idea della giustizia e alla pratica di essa.

Louis Auguste Blanqui (1805 - 1881) Fu importante per i movimenti radicali europei del secolo scorso e simbolo per molti lavoratori. Sostenne che i lavoratori dovevano venire guidati da una piccola minoranza "istruita" e che la rivoluzione dopo il successo avrebbe dovuto iniziare una dittatura temporanea, necessaria per trasformare la società. Le idee di Blanqui furono adottate da Lenin.

Buret: alcune sue idee che precorrono Marx. "Se il lavoro è una merce, allora il suo prezzo deve scendere sempre più, perché la concorrenza esercita una duplice pressione per farlo scendere, quella dei datori di lavoro a mezzo di nuove macchine e nuove invenzioni, ... e quella dei lavoratori, ... che sempre più numerosi debbono offrire il proprio lavoro a un prezzo sempre più basso. ... Nessuno vorrà contestare che nel regime attuale il lavoro è privo di qualsiasi sicurezza, senza garanzie e senza protezione. ( e purtroppo ancora oggi le garanzie sono più appariscenti che reali)

industry_12Se un giorno le macchine compiranno la maggior parte delle funzioni industriali, le classi più numerose della popolazione avrebbero vantaggio solo nel caso che venissero associate alla proprietà degli strumenti di produzione. ( su questo sono perfettamente d'accordo e lo credo possibile, dopo il fallimento del comunismo, solamente con il cooperativismo)

Le classi dominanti tremino al pensiero d'una rivoluzione comunista, i proletari non hanno da perdervi che le loro catene.

Noi paghiamo con mali orrendi i progressi il cui godimento è riservato al futuro. " ( temo che quel futuro non sia ancora arrivato)

Louis Blanc (1811 - 1882) Credeva che la formula per salvare la Francia consistesse nell'istituire una repubblica democratica, nell'organizzare salotti sociali e nel fondare cooperative che avrebbero garantito il diritto di lavoro a tutti i cittadini. (Con queste idee potrebbe essere considerato il precursore del Cooperativismo.)

Federico Engels (1820 - 1895) collaborò con Marx nel formulare e sviluppare la filosofia del socialismo rivoluzionario conosciuto come Marxismo.

marx_engels_1_modmarx_5


Carlo Marx (Treviri 1818 - 1883 Londra) Divide le fasi della società in comunità primitiva, regime schiavista, regime feudale e regime borghese. Queste fasi sono precedute dal periodo dell'orda primitiva". Quest'orda, gruppo di poche persone, vive spostandosi di luogo in luogo e vive raccogliendo il cibo. Periodo in cui non vi sono ancora veri e propri rapporti di produzione, perché l'unico strumento di produzione è la mano, e questa non è un mezzo di produzione, ma di appropriazione dei beni.

marx_2La comunità primitiva. Quando per produrre i beni è necessario riunire le forze di ciascuno e affidare a ciascuno un determinato lavoro, il modo di produzione si fa collettivo e nasce la comunità primitiva. In essa, come è collettivo il modo di produzione, collettivo è il modo di distribuzione della ricchezza: assieme si abbatte la preda e assieme la si consuma. A questa struttura economica corrisponde una struttura sociale e politica fondata sulla uguaglianza: ognuno dà secondo le sue capacità e riceve secondo i suoi bisogni, e la comunità si governa mediante l'assemblea dei membri, presieduta dai più anziani e dagli esperti. In questo stadio della storia dell'umanità non ci sono quindi, classi sociali.

Il regime schiavista: Il passaggio a questo regime avviene a causa delle guerre fra le diverse comunità: i vinti vengono asserviti e i loro beni passano ai vincitori; nasce la proprietà privata, e la società senza classi cede il posto alla società divisa in padroni da una parte e schiavi dall'altra. Ora, chi ha è soggetto di diritto, chi non ha non può esserlo. Il diritto, fondato sulla proprietà privata, deve essere mantenuto e difeso da una forza. Questa forza è lo Stato, che sorge, quindi, come strumento di una classe su un'altra classe. A questa non rimangono che le catene e la speranza di un aiuto soprannaturale. Questa speranza si esprime in " culti proibiti " dallo Stato, che parlano di un "liberatore", che dovrà salvare l'uomo, " pagando il prezzo del riscatto". Sorge il Cristianesimo.

Il regime Feudale: Nel regime feudale il modo della produzione continua a essere individuale e individuale continua a essere la distribuzione della ricchezza.. Ma il padrone ha capito che la terra rende di più se si dà al contadino l'uso personale di un pezzo di terreno e la proprietà di una parte del prodotto che rimane dopo che il signore è stato soddisfatto. Così lo schiavo viene "liberato" e viene trasformato in servo. Esso ora non appartiene più al padrone, ma appartiene alla terra nella quale lavora, e solo con questa può essere venduto e comprato (servitù della gleba).

Il regime borghese: è quello del periodo in cui il modo di produzione della ricchezza, da individuale che era, si va facendo collettivo, ma rimane individuale il modo della sua distribuzione. Da ciò la contraddizione propria della società borghese, che può essere eliminata soltanto facendo diventare collettiva anche la distribuzione. Prima, infatti, il prodotto, frutto dell'opera di uno (artigianato), era naturale che restasse proprietà di uno; ora che esso, per la molecolare specializzazione del lavoro (industrie manifatturiere), è diventato opera di una collettività.

marx_4Vediamo ora gli strumenti

Lavoro e valore: Si intende per merce ciò che, nello stesso tempo, soddisfa, ad un bisogno e si può scambiare con altro, e quindi ciò che ha un valore di scambio. Perché lo scambio avvenga, è necessario che fra le due merci scambiate vi sia equivalenza, e perciò bisogna trovare, per merci che possono essere diversissime fra loro, qualcosa che abbiano in comune. e siccome tutte le merci hanno la quantità di lavoro necessario per produrle, il valore di una cosa dipende dal lavoro necessario per produrla: valore = lavoro.

Il plus-valore e l'economia capitalistica: Finché il denaro (l'oro) è usato come mezzo di scambio si ha la produzione mercantile, che consiste appunto nello scambiare, mediante il denaro, una merce con l'altra. Questo scambio non può produrre un profitto, perché esso, di regola, avviene fra merci equivalenti.


Dalla produzione mercantile si passa alla produzione capitalistica, alla produzione cioè, tendente non più allo scambio, ma al profitto. Questo è il caso di quella merce che è la forza-lavoro del proletario che, ad esempio pagato 6 e producendo per 10, crea un plus-lavoro ( lavoro supplementare, che non gli viene pagato ) che determina il plus-valore e cioè il profitto del capitalista, profitto che, quindi, è lavoro non pagato, denaro rubato, un furto.

operai_30Quindi la condizione fondamentale del sorgere dell'economia capitalista è l'esistenza, sul mercato, del proletario, lavoratore libero (che quindi si può vendere) e nullatenente (che quindi si deve vendere), "merce" che comincia ad esistere con la crisi del feudalesimo. Con la produzione capitalistica la situazione cambia: alla vecchia formula M.D.M. (Merce Denaro Merce) si sostituisce la nuova: D.M.D. (Denaro Merce Denaro), il denaro, cioè, finisce di essere un semplice mezzo di scambio, per diventare causa e fine della produzione, con la conseguenza che, capitale da una parte e lavoro salariato dall'altra, diventano due fatti interdipendenti, perché il capitale può accrescersi mediante il lavoro salariato e il lavoro salariato può esplicarsi soltanto se trova un capitale. Salario e profitto, dunque, queste due creature della società borghese, sono nate assieme e non possono che vivere o morire assieme.

Secondo Marx sono destinate a morire, e ciò egli dimostra con le due leggi dell'accumulazione capitalistica e della corrispondente proletarizzazione dei lavoratori, che sono le due tesi fondamentali del "Capitale".

L'accumulazione capitalistica e l'antitesi del proletariato: La produzione capitalistica si muove in una contraddizione fondamentale da una parte, il capitale deve dare un profitto, all'infinito, perché e impiegato per questo; dall'altra i limiti di assorbimento dei prodotti sono determinati, perché il mondo abitato dagli uomini è finito. Da qui la tragedia di un processo infinito, che si deve svolgere nel finito e che, non potendosi realizzare, dovrà finire con l'esplodere.

Il capitale, per dare un profitto, deve aumentare la produzione e collocarla. Per farlo seguirà volta a volta tutte le vie possibili, ma ognuna di esse con l'antitesi che crea anziché risolvere il problema, finisce con l'acuirlo.

marx_engels_2_modSe, infatti, il capitale cerca di aumentare il profitto diminuendo la paga agli operai, ad un certo momento, e precisamente quando (legge bronzea del salario) il salario non è più sufficiente a mantenere in vita e in forze l'operaio, questo non produce abbastanza, e, non producendo, non produce nemmeno capitale. Lo stesso avviene se il capitale batte la via opposta, quella, cioè, di aumentare il profitto aumentando la giornata di lavoro. Bloccato in questa direzione, il capitale ne prende un'altra e chiede alla macchina, al macchinario morto, al perfezionamento cioè, dei mezzi tecnici di produzione, ciò che il macchinario vivo non può dare. Così dalla manifattura (lavoro umano, animale e idraulico si passa alla industria (motore elettrico e motore a scoppio). Ma ciò crea l'antitesi della disoccupazione di eserciti di lavoratori, che si organizzano in sindacati, minacciando la distruzione delle macchine e, nel campo stesso della borghesia, porta ad una spietata guerra economica in cui le vittime, cioè i piccoli industriali, che non sostengono la concorrenza dei grandi complessi industriali, vanno ad ingrossare le file del proletariato. Il capitale, comunque, è riuscito ad aumentare la produzione.

L'aumento della produzione così conseguito comporta la conquista di altri mercati. Da ciò le guerre di espansione e le guerre coloniali, le quali, mentre assicurano al capitale nuovi profitti, provocano come loro antitesi, lo sviluppo civile dei paesi conquistati, che si ribellano ai paesi conquistatori, chiedendo di produrre da sé. I crescenti profitti aumentano continuamente il capitale, il quale cerca sempre nuovi investimenti. Li trova estendendo le conquiste a tutta la terra abitata, sino a quando - diviso tutto il mondo in colonie e sfere di influenza - le guerre di conquista coloniali si trasformano in guerre imperialistiche di uno Stato contro l'altro, per strappare o conservare goldsbocchi commerciali e materie prime. Ma la guerra imperialistica è guerra fra i capitalismi, fatale allo stesso capitalismo, che si indebolisce, mentre le masse popolari, trascinate alla guerra, si organizzano sempre meglio e minacciano l'esistenza stessa del capitalismo. Di fronte a questa minaccia, il capitalismo internazionale si allea e crea i pool (inglesi), i cartelli (tedeschi), i trust (americani), forme diverse di accordi per fissare i prezzi e ripartire i mercati. Ma così, mentre con i monopoli giganteschi, che si vengono a costituire si distrugge la base stessa dell'economia borghese, cioè la libera concorrenza, dall'altra, con la concentrazione del capitale nelle mani di una minoranza (i "re" delle grandi industrie), si riduce alla condizione di proletari tutto il resto del genere umano. La contraddizione allora scoppia nella rivoluzione mondiale, che espropria gli espropriatori ed instaura la società senza classi.

Questa è la fine che Marx prevede per una produzione assurda come è quella capitalistica che, invece di produrre per soddisfare i bisogni della società, produce per il profitto.


marx_3LA SOCIETA' DI DOMANI La rivoluzione, opera dei proletari, dovrà essere eseguita da un periodo di dittatura del proletariato, durante il quale dovrà effettuarsi la trasformazione della società capitalista in società comunista, attraverso la fase preparatoria della società socialista. La differenza fra questi due tipi di società è la seguente: nella società socialista, vengono socializzati i mezzi di produzione secondo la formula "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo il suo lavoro"; nella società comunista, viene socializzato il prodotto del lavoro, secondo la formula "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni".

La società comunista è una società senza classi, ed in questa soppressione delle classi consiste l'uguaglianza comunista; è una società senza Stato, perché lo Stato, strumento di oppressione di una classe sull'altra, non ha più ragione di esistere quando non vi sono più classi; è una società sx_5senza carestie, senza guerre, senza la perenne incertezza del futuro, perché tutto ciò è causato dalle "crisi" e dai conflitti economici connessi con l'economia capitalistica; è una società in cui non si assisterà al tragico paradosso di un progresso tecnico che invece di rendere la vita migliore per tutti, l'ha resa più difficile alla maggioranza degli uomini, perché in essa la scienza e la tecnica, invece di essere impiegate al servizio del capitale, saranno impiegate al servizio della comunità; è una società senza la contraddizione fra "cittadino" e "borghese", propria dello Stato moderno, che, dopo avere riconosciuto i diritti politici a tutti ed avere così elevato tutti indistintamente gli individui a membri della comunità, non ha reso possibile lo sviluppo della comunità, perché ognuno, data l'esistenza della proprietà privata, mentre è un cittadino è pure un borghese o aspira a diventarlo.

Da Marx si evince che se l'unica fonte del valore è il lavoro "fisico", e se il capitale è semplicemente lavoro fisico accumulato, allora tutto il prodotto sociale passato e presente, capitale e reddito, appartiene di diritto alla collettività dei lavoratori "fisici". (se per lavoratori fisici si intendono non solo i lavoratori che impiegano le braccia ma anche quelli che usano la mente, lo sottoscrivo senza incertezze)

leftFerdinand Lassalle (1825 - 1864) Fu uno dei fondatori del partito Socialdemocratico tedesco. Tentò di persuadere Bismarck a concedere il suffragio universale perché pensava che sarebbe bastato per arrivare allo stato socialista.

Giovanni Dewey (1859 - 1952) E' il massimo rappresentante della filosofia americana e con lui il pragmatismo si perfeziona e si trasforma in una concezione organica della vita e della realtà, detta strumentalismo e migliorismo. E' per una società democratica, e siccome democrazia è comunicazione, collaborazione, partecipazione attiva di tutti al bene comune e sforzo intelligente per rendere più umano il mondo, egli è pure contrario alle frontiere politiche e alle chiusure nazionali, causa di reciproche diffidenze e di guerre. In concreto, per società democratica, egli intende quella che tende alla distribuzione eguale dei beni a tutti i cittadini e che garantisce, nello stesso tempo, il libero rinnovamento delle sue istituzioni.

fotoritratto_Herbert-Marcuse.jpgHerbert Marcuse (1898 - 1979) Tedesco di nascita, si trasferì negli USA dove negli anni ‘60 con i suoi scritti filosofici e sociologici acquisì una grande popolarità e seguito tra i giovani radicali americani ed europei. Ispirandosi a Hegel, Marx e Freud, fu promotore della teoria del "gran rifiuto", in cui teorizzava che gli individui avrebbero rigettato l'ordine sociale costituito come repressivo e conformista senza dover aspettare la rivoluzione.

Credit Immagini (Licenze, Autori, Link)

Per visionare l'immagine originale e relativa licenza Creative Commons cliccare sul nome dell'autore:

plato_1.jpg - by Michiel2005
statue_Aristotele_volto.jpg - by ?
rousseau_2_mod.jpg - by Edhral

statue_Fichte.jpg - by ?
owen_1.jpg - by Pete Birkinshaw

pepita_2_mod.jpg - by Olivier Chafik
operai_10.jpg - by Gabriel
anarchy.jpg - by Jonas Bengtsson

statue_Owen2.jpg - by ?
stuart_mills_mod.jpg - by Martin Beek

cobden_3_mod.jpg - by R/DV/RS
industry_12.jpg - by Colin
marx_engels_1_mod.jpg - by Wilhelm Joys Andersen
marx_5.jpg - by ?

marx_2.jpg - by doratagold
marx_4.jpg - by Ben Leo

operai_30.jpg - by jaimebisbal
marx_engels_2_mod.jpg - by brew127
gold.jpg - by Mykl Roventine

marx_3.jpg - by Richard Gould
sx_5.png - by 16123758@N06
left.jpg - by William Murph
fotoritratto_Herbert- Herbert.jpg - by ?

- Cooperativismo Universale. All rights reserved if not specified otherwise. -