Cooperativismo Universale

02. Domande al lettore. Per una lettura veloce


IL COOPERATIVISMO UNIVERSALE
Bozza del manifesto del Cooperativismo Universale

nico machiavelli

... quello del populo è più onesto fine che quello de’ grandi,
volendo questi opprimere e quello non essere oppresso.
Niccolò Machiavelli da “Il Principe” (1510 circa)

Sei contento di come vanno le cose nel nostro Paese?
Sei contento dei tuoi guadagni e delle tasse che paghi?
Sei contento dei servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni?
Sei contento del tasso di disoccupazione ?

Se la risposta è sì, allora esci da questo sito, è inutile che leggi altro, vuol dire che tu sei un miliardario insensibile ai problemi degli altri, oppure sei un ingenuo a cui tutto va bene.

Se invece sei convinto che nel nostro paese ci sono troppe disfunzioni e troppe ingiustizie, se temi (com’è possibile) che un giorno potrai essere anche tu, se non lo sei già, vittima di qualche sopruso, se vuoi portare il tuo contributo ai cambiamenti che questo sistema deve assolutamente compiere, ti invito a continuare la lettura.

Se trovi noioso leggere tutta l’opera, oppure adesso non hai tempo, leggi la Lettera ai Giornali che, da sola, riassume il concetto principale dell’idea cooperativistica.

Per una lettura veloce, oltre alla lettera ai giornali, ti consiglio di leggere anche la Lettera agli Artigiani e Lo Stato Ideale Moderno. Nel Dizionario Politico (parte A, parte B e parte C) inoltre, troverai elencati in ordine alfabetico tutti i temi più importanti da affrontare con il Cooperativismo Universale. Troverai facilmente quelli che ti interessano di più.

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Se sei disoccupato, sottoccupato, se hai dei figli disoccupati, o se hai solamente timore di perdere il tuo impiego, contattaci (clicca qui), ti parleremo delle nostre iniziative per trovare o per conservare il lavoro.

Leggendo queste pagine ti convincerai, ma probabilmente sarai già convinto, che né i partiti, né i governi odierni stiano prendendo alcuna decisione utile a risolvere i gravi problemi della nostra società. Il loro modo di pensare e di agire può solo alleviare marginalmente il disagio delle classi più deboli. Può ritardare l’incremento della povertà e della disoccupazione ma non può arrestarne la crescita.

Per classi più deboli non intendo solamente i disoccupati e i cittadini sotto la soglia di povertà (ti ricordo che sei considerato povero se guadagni meno di € 980 netti e sei solo tu e il tuo coniuge, se invece hai anche un figlio, sei povero al di sotto di € 1.290 netti), ma tutti gli stipendiati, i salariati e i lavoratori autonomi che perdendo il lavoro si ritroverebbero sotto questa fatidica soglia.

statua_lavoro.jpgConsidero tra le classi deboli anche i liberi professionisti, salvo che non abbiano un’assicurazione così forte che, in caso di morte o di gravi invalidità permanenti, permetta alla loro famiglia di vivere di rendita, che paghi indennità plurimilionarie nel caso di errori professionali e che tenga anche in considerazione eventuali guai giudiziari. (Ogni anno il 50% dei detenuti, quasi 30.000, è rilasciato dopo un periodo più o meno lungo di detenzione, anche anni, perché non colpevoli).

BASTA CON LE INGIUSTIZIE !
LAVORO PER TUTTI, SUBITO !
LAVORO PER TUTTI, SEMPRE !

Ci sono diverse categorie di persone deboli che sono a rischio di abuso, sfruttamento ed emarginazione.
Quella delle donne è la categoria più numerosa.

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