Cooperativismo Universale

11. Storia delle idee filosofiche e politiche precedenti al cooperativismo universale

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statue_Fichte.jpgGiovanni Amedeo Fichte (Rammenau 1762 - 1814) Il "dotto" è il maestro dell'umanità, è il responsabile del destino del popolo al quale appartiene. La garanzia dei diritti naturali non è, però, sufficiente per l'esercizio della vita morale. E' anche necessario che lo Stato assicuri ai cittadini condizioni economiche giuste, rendendo impossibile la povertà e dando a tutti lavoro e possibilità di possedere. Ciò può fare una organizzazione politica a carattere socialista, e di questo tipo di organizzazione il Fichte tratta nell'opera che ha per titolo Lo Stato come ragione o lo Stato commerciale chiuso (1800)

Claudio Enrico di Saint Simon (1760 - 1825) si aspettava l'instaurazione di una società fondata sulla giustizia e sulla solidarietà umana a mezzo del progresso della scienza e dell'avvento dell'autentico Cristianesimo.

Davide Ricardo (1772 - 1823) Credeva nella limitazione dell'intervento statale nella vita economica. Condivise le idee di Malthus sulla crescita della popolazione e sul fatto che la pressione demografica avrebbe portato i salari a un livello minimo. La sua teoria della rendita sostiene che, con la crescita della popolazione si sarebbe coltivata nuova terra e le rendite dei proprietari sarebbero aumentate. Questo aumento avrebbe ridotto gli introiti dei capitalisti (profitto) e quelli dei lavoratori (salari) e alla fine avrebbe bloccato qualsiasi progresso. Questa teoria venne accettata sia dagli economisti conservatori sia da Marx e i suoi seguaci.

owen_1Leggiamo la spiegazione della teoria della rendita di Ricardo e le sue implicazioni che ci ha dato Bertrand Russell. " La teoria ricardiana della rendita è semplice, e perfettamente valida in circostanze adatte. Nel prenderla in esame, limitiamoci, tanto per cominciare, al settore agricolo. Qualche terreno è più fertile, qualche altro meno; in un dato momento, deve esservi, ai margini della coltivazione, qualche terreno che mette appena il conto di coltivare: che, cioè, renda appena al capitale del fittavolo un profitto che è uguale a quello che lo stesso capitale darebbe se investito altrimenti. Se il proprietario dovesse esigere un reddito per questo terreno, il fittavolo non giudicherebbe più conveniente coltivarlo; un terreno come questo, perciò non frutterà nessuna rendita al proprietario. Su terreno più fertile, al contrario, un dato capitale rende più della percentuale solita di reddito; perciò il fittavolo è disposto a pagare il proprietario per il diritto di coltivarlo. Quello che egli è disposto a pagare è il prodotto ottenuto in più di quello ricavato dalla stessa estensione di terra peggiore messa a coltura. Perciò la rendita di un ettaro di terreno è costituita dal sovrappiù di prodotto che può esservi raccolto a quello di un ettaro del terreno peggiore a coltura. ...

Della teoria era possibile fare un'applicazione molto più radicale di quelle contemplate da Ricardo o dagli uomini della Scuola di Manchester. Questi uomini erano ricchi, ma desideravano diventare più ricchi; erano ricchi laboriosi, e non erano disposti ad accettare una posizione inferiore a quella dei ricchi oziosi. Ma non erano per nulla rivoluzionari; volevano che il mondo rimanesse un mondo in cui la ricchezza potesse essere goduta. Inoltre, avevano una radicata diffidenza verso lo Stato, dovuta senza dubbio al fatto che non erano essi a dirigerlo. Per questo motivo, essi non progredirono da Ricardo a Henry George e alla dottrina della tassa unica. Pure, questa è una conseguenza logica. La rendita economica non è pagata al proprietario terriero in cambio di qualche servizio che gli compia, ma unicamente per il permesso di produrre ricchezza sul suo terreno. Egli è arricchito dal lavoro degli altri, senza bisogna d'alzare un dito; la sua funzione economica è unicamente quella di ricevere la rendita, senza in alcun modo aggiungere nulla alla ricchezza nazionale. Non è molto difficile l'illazione che la proprietà privata del terreno dovrebbe essere abolita, e tutte le rendite pagate allo Stato."

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