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Storia di Trieste

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PREISTORIA.
Trieste è una città con una storia millenaria; le prime tracce della presenza umana sul suo territorio risalgono al Paleolitico ( circa 450.000 a.C.). Ovviamente non c'è stata una presenza continua, tutte le comunità umane sono state nomadi fino al 10.000 a.C., quando la scoperta dell'agricoltura le trasformò in stanziali, ma in questa regione troviamo tracce di tutti i periodi preistorici.

Con il Neolitico l'uomo si stabilisce stabilmente in questi territori, lasciando nelle grotte, a testimonianza della sua cultura, molti frammenti di ceramiche decorate. Con l'età del bronzo inizia a svilupparsi una cultura di popoli indoeuropei che costruiscono villaggi fortificati in pietra e di dimensioni ridottissime sulle cime delle alture, è la Cultura dei Castellieri.

Ai Veneti o Paleoveneti si deve probabilmente il nome della città, Tergeste, che deriverebbe dalle parole Terg (mercato) ed Este (città), quindi Cittàmercato. Attorno al 1.000 a.C. gli Istri, popolo indoeuropeo di origine illirica, penetrano in Istria, nel triestino e nel Carso fino al Timavo, facendo arretrare i Veneti oltre il Timavo. Gli Istri praticano la pastorizia, il commercio e la pirateria e abitano nei castellieri, costruiti su tutto il territorio occupato.

Arco Di RiccardoPERIODO ROMANO. Alla fine del terzo secolo a.C. i primi contatti con Roma; la pirateria Illirica causa nel 221 a.C. la Prima Guerra di Roma contro gli Istri che vengono battuti e devono pagare un tributo.

Nel 171 a. C. il console C. Cassio Longino, di ritorno dalla Macedonia, saccheggia parte dei territori di Istri, Carni e Giapidi, causando la Terza Guerra contro gli Istri e sottomettendoli definitivamente. Nel 129 a.C., durante una spedizione contro i Giapidi, i Romani reprimono una ribellione degli Istri e decidono di costruire colonie militari a Tergeste (Trieste) e a Pietas Julia (Pola).

Nel 55 a.C. Caio Giulio Cesare, al tempo proconsole della Gallia Cisalpina, intraprende una spedizione contro le popolazioni illiriche dei Taurisci e Piruste, al tempo stesso i Giapidi, che vengono respinti da Aquileia saccheggiano e distruggono Tergeste che viene ricostruita due anni dopo. Nel 49 a.C., da Trieste parte la XIIIa Legione che raggiunge Cesare e con lui passa il Rubicone iniziando la seconda Guerra Civile. Nel 35 a.C. Caio Ottaviano effettua una spedizione contro i Giapidi sottomettendoli; nel 33 a.C. eleva Trieste a colonia, e fa costruire attorno alla città una cinta muraria di cui è rimasta quasi intatta la porta decumana, denominata dai Triestini "Arco di Riccardo".

MitreoNel primo secolo d.C. la città si arricchisce e aumenta di importanza come testimoniato dalle rovine e dai reperti conservati nell'Orto Lapidario; viene costruito il Tempio Capitolino, la Basilica, due acquedotti, di cui uno, quello della Val Rosandra, sono ancora visibili alcuni resti, dall'imperatore Flavio Vespasiano viene costruita la strada che congiunge Trieste a Pola e ancora oggi è denominata "Via Flavia".

Nel secondo secolo continua la crescita della città che aumenta il suo territorio, (sotto Traiano arriva ai 12.000 abitanti), viene costruito il Teatro Romano (capienza 6.000 spettatori) e vengono edificate ville a Gretta, Barcola, Grignano e altre località della costa triestina; inizia a diffondersi la religione cristiana. Nel 289 in Siria si compie il martirio di San Sergio e la tradizione ci racconta che dal cielo cade la sua alabarda che diverrà il simbolo di Trieste. Nel 303 si compie il martirio di San Giusto che diventerà il patrono della città.

Nella Trieste romana operava un porto che sorgeva nella zona di Campo Marzio e altri porticcioli più modesti, uno sotto l'allora promontorio di S. Vito, uno a Grignano e altri in prossimità delle ville patrizie lungo la costa triestina. Il porto di Trieste era attivo nell'alto Adriatico, soprattutto sulle coste istriane e aveva una certa importanza anche se ovviamente non poteva competere con il porto di Aquileia che al tempo era la capitale della Decima Regio Venetia et Histria.

Castello Di San Giusto E Resti Foro RomanoNel terzo secolo l'impero, dopo i gravi problemi politici e militari iniziati nel secolo precedente, fu colpito anche da quelli economici. L'agricoltura va in crisi perché la fine delle guerre di conquista bloccano l'afflusso degli schiavi necessari al suo sostentamento; di conseguenza va in rovina anche il commercio e i trasporti. Calano ovviamente le entrate fiscali e per far quadrare il bilancio dello stato il governo è costretto a incrementare le tasse a dismisura, ad aumentare gli obblighi lavorativi, ad aggravare le misure penali, inoltre amplia e centralizza l'apparato burocratico fino a sopprimere ogni potere periferico. Anche Trieste risente del contesto generale, decade economicamente e, come altri centri marginali, perde la sua autonomia.

I secoli successivi sono caratterizzati dalle invasioni barbariche, dalla divisione del governo in tetrarchia, dal passaggio del Cristianesimo da religione perseguitata a religione di stato, dalla divisione dell'impero prima, caduta dell'impero romano d'Occidente poi, alla formazione in occidente dei regni romano/germanici e l'inizio del Medioevo.

MEDIOEVO. In questo periodo Trieste fece parte prima del regno di Odoacre, poi di quello di Teodorico e subito dopo, nel 489, passa sotto l'Impero di Bisanzio. Durante la guerra gotica (535-553) Giustiniano I la occupa facendone colonia militare bizantina. Nel 568 viene distrutta dai Longobardi, ma viene ricostruita, anche se molto ridimensionata, negli anni seguenti. Nel 788 passa, con il Friuli, il Carso e tutta l'Istria, ai Franchi di Carlo Magno, la cui sovranità viene riconosciuta dall'impero bizantino nell'812. In quell'anno l'Istria ritorna ai bizantini e Trieste, per la prima volta nella sua storia, si trova al confine di due blocchi mondiali, in questo caso tra l'impero bizantino e l'Europa occidentale. Nel 948 il Re d'Italia Lotario II conferisce al vescovo Giovanni III e ai suoi successori il governo di Trieste che da quel momento inizia a godere un'ampia autonomia.

Castello Di San Giusto 1Nel 962 Ottone I di Sassonia si fa incoronare imperatore di Germania e Italia da papa Giovanni XII, nasce così il Sacro Romano Impero e Trieste ne segue le vicende, entrando nella continua contesa tra papi e imperatori e nelle lotte feudali. Con il vescovo Giovanni III inizia l'età vescovile e la città deve difendersi dalle mire espansionistiche dei Patriarchi di Aquileia, e soprattutto da Venezia che voleva l'egemonia su tutto l'Adriatico. I vescovi-baroni ostacolano il sorgere del libero comune e si impegnano a contrastare Venezia. Nel 1201 papa Innocenzo III bandisce una crociata, la quarta, raduna a Venezia i crociati e, non essendo in grado di ripagarla dei suoi servigi "presta" i crociati alla Serenissima per la presa di Trieste, di Muggia e di Zara. Trieste si ribella e, con l'aiuto d'Aquileia inizia una serie di guerre tra i Patriarchi e Venezia. Le continue, incessanti guerre con Venezia dissanguano le casse dei Vescovi che per rimediare sono costretti a vendere alcune prerogative del loro potere come, tra l'altro, il diritto di giurisdizione, di riscossione dei tributi e di emissione di moneta. Col tempo i maggiorenti di Trieste si sostituiscono ai vescovi, fino a ottenere, nel 1295, il governo della città e costituirsi in libero comune.

Trieste riesce a mantenersi come libero comune per un lungo periodo, anche se viene coinvolta in molte guerre locali contro la contea di Gorizia, la contea di Duino, i Signori del Carso e contro il patriarcato di Aquileia. Nel 1368 un incidente tra "contrabbandieri" triestini e una galea veneziana dà alla Serenissima il pretesto per muovere nuovamente guerra a San SilvestroTrieste. I Veneziani, appoggiati a terra da truppe mercenarie, assediano la città che però resiste. La Serenissima, per sbloccare la situazione invia altre truppe, così i Triestini chiedono aiuto all'Arciduca d'Austria Leopoldo III d'Asburgo. Nella primavera dell'anno successivo gli Austriaci intervengono, ma vengono battuti nei pressi di Trieste, così i Triestini sono costretti a sottomettersi a Venezia. La sottomissione non dura a lungo, dopo la guerra di Chioggia (1379-1381), Venezia è costretta a rinunciare a tutti i diritti su Trieste. La città però, un anno dopo (1382), pur ottenendo la libertà preferisce porsi spontaneamente sotto la protezione di Leopoldo d'Austria. La "dedizione" all'Austria durerà più di cinque secoli e per Trieste sarà fruttuosa, infatti la città godrà di maggiore indipendenza di quella che avrebbe avuto sotto Venezia, ma soprattutto le permetterà nei secoli successivi di diventare la terza città e primo porto dell'impero austroungarico.

Nel 1447 il senese Enea Silvio Piccolomini, futuro Papa Pio II, diventa vescovo di Trieste. Nel 1463 Venezia, spinta dalle città dell'Istria che non tolleravano l'espansione economica di Trieste, attaccano nuovamente la città iniziando la Guerra del Sale. Leopoldo III non se la sente di contrastare nuovamente Venezia e si dichiara neutrale. La città si salva dalla distruzione e riesce a mantenere la sua indipendenza, anche se solo per il suo territorio tradizionale di un raggio di tre miglia, grazie all'intercessione di Papa Pio II che convince Venezia a non distruggere la città. Trieste viene premiata da Federico III per l'eroica resistenza ricevendo un nuovo stemma: ha l'alabarda e i colori dell'Austria. Nel 1467 Trieste viene colpita dalla peste. Tra il 1467 e il 1469 scoppia a Trieste una guerra civile tra i patrizi che erano stati favorevoli al Consiglio della Balia e gli altri patrizi. Antonio Bonomo con un'insurrezione popolare caccia il Capitano di Trieste e i patrizi bailisti che si rifugiano a Duino. Pochi mesi dopo, il Capitano di Duino, il Capitano di Trieste, truppe tedesche e i fuorusciti triestini entrano a Trieste, ma vengono ricacciati subito. Due anni dopo (1469), con un numero maggiore di truppe Cattedrale Di San Giusto 4tedesche, vincono la battaglia di Ponziana, occupano la città e instaurano un governo militare. L'anno seguente l'imperatore Federico III d'Asburgo visita Trieste, ordina la costruzione del castello di San Giusto e l'anno seguente restituisce i poteri al comune.

Nel 1471 i Turchi fanno delle scorrerie in Istria, si spingono fino al Carso e incendiano Prosecco, Duino, Monfalcone e Sesana che diviene la loro base dove vengono attaccati dai Triestini. Nel 1477 e nel 1479 la città viene colpita nuovamente dalla peste. In quegli anni i Turchi continuano a imperversare in Istria, nella Carniola e nel Friuli; non attaccano mai Trieste, ma ci sono scaramucce ogni volta che si avvicinano troppo alla città, come nel 1476 e nel 1478. Nel 1481 il cavaliere-brigante Erasmo Lueger, alla testa di 2.000 ungheresi, tenta di impadronirsi di Trieste, ma fallisce; i Triestini, per rappresaglia, assediano il suo castello a Predjama diroccandolo e uccidono il brigante.

EVO MODERNO. Nel 1508 scoppia l'ennesima guerra con Venezia; Bartolomeo d'Alviano bombarda Trieste che si arrende riuscendo, con il pagamento di ventimila ducati, a evitare il saccheggio. L'anno seguente i Veneziani sono costretti ad abbandonare la città. Nel 1511 un terremoto fa crollare alcune case e parti delle mura della città; i Veneziani cercano di approfittare del disastro per attaccare la città, ma vengono respinti. Nel 1522 l'Imperatore Carlo V d'Asburgo, re di Spagna, cede i territori italiani, compresa Trieste, al fratello Ferdinando I d'Asburgo, arciduca d'Austria. Nel 1531 Trieste partecipa con un contingente di cavalleria a difendere Vienna contro i Turchi; in seguito (1558-1559 e 1566) Trieste manda altri reparti di cavalleria a combattere i Turchi. Nel 1567 il segretario imperiale Andrea Rapicio viene nominato vescovo di Trieste; sei anni dopo, mentre media tra le fazioni della città, muore misteriosamente a un banchetto rappacificatore. Nel 1580 l'arciduca di Stiria Carlo II d'Asburgo inizia un allevamento di cavalli, che diventerà famoso in tutto il mondo, in una località del territorio triestino, Lipize.

S. Maria Maggiore E S. SilvestroNel 1600 c'è un'altra epidemia di peste. Tra il 1615 e il 1617 viene combattuta, tra Venezia e l'Austria, la guerra di Gradisca, conosciuta anche come guerra degli Uscocchi. E' un conflitto dove non ci sono grosse battaglie, ma si combatte una guerra di logoramento; per due volte i Triestini si scontrano con i Veneziani nella piana di Zaule. Nel 1660, due anni dopo esser diventato imperatore del Sacro Romano Impero, Leopoldo I visita Trieste; è il primo Asburgo che intuisce l'importanza di uno sbocco sul mare per l'impero. Con la vittoria della battaglia di Mohacs (1687) gli Asburgo fermano definitivamente l'avanzata dei Turchi in Europa. Da questa data Trieste non dovrà più temere i Turchi. Nel 1699, con il trattato di Carlowitz, l'Austria ottiene la Slavonia, la Transilvania, parte della Dalmazia oltre alla successione alla corona d'Ungheria.

1700 Durante la guerra di successione spagnola (1701-1714) Trieste deve armare delle navi e mandarle contro i napoletani; subisce un bombardamento dalla flotta francese senza però conseguenze. Nel 1717 Carlo VI si rende garante per la libera navigazione nell'Adriatico e due anni dopo proclama Trieste e Fiume porti franchi. A Trieste viene istituito un deposito franco e iniziano a insediarsi in città molti mercanti e imprenditori stranieri che arrivano da tutta Europa, tra cui tedeschi, slavi, greci, ebrei, boemi, svizzeri. Nel 1720 viene fondata la "Compagnia Orientale" che ottiene dei monopoli dall'imperatore e apre un cantiere navale. Alla morte di Carlo V, la figlia Maria Teresa, incoronata imperatrice nel 1740, dà nuovo impulso al commercio favorendo così lo sviluppo di Trieste. Nel 1749 assicura per le merci l'esenzione da tutte le imposte. Nel 1769 dichiarando Trieste "libera città marittima" estende la libertà doganale a tutta la città. Negli ultimi anni del '700 Trieste diventa politicamente autonoma con ancora in vigore tutte le leggi speciali emanate dal governo espressamente per la città. Trieste, grazie al porto franco, amplia i commerci con l'Italia, l'Europa del Nord e le Indie. Nascono grandi industrie, grandi compagnie di navigazione, come ad esempio il Lloyd Triestino e di assicurazione come le Generali e la Ras. Vengono abbattute le mura cittadine e si inizia a costruire la città nuova, Trieste si arricchisce e ha un incremento demografico senza precedenti. Nel 1774 Casanova viene a Trieste in attesa della grazia e del ritorno a Venezia. Nel 1780 muore Maria Teresa e le succede il figlio Giuseppe II. Negli anni 1784 e 1785 Giuseppe II, nell'ambito della sua riforma della chiesa, demolisce molte chiese della città e trasforma la casa del vescovo in ospedale e ospizio per i poveri.

EVO CONTEMPORANEO Il 23 marzo 1797 i francesi giungono a Trieste e Gioacchino Murat come primo atto requisisce la cassa comunale. Il giorno dopo i Francesi occupano la città e la sottopongono a una grossa taglia di guerra. Il 29 aprile arriva il giovanissimo (28 anni) generale Napoleone Bonaparte, che pernotta nel palazzo Brigido. I Francesi rimangono a Trieste fino a quando, il 17 ottobre 1797, in base al trattato di Campoformido ritorna l'Austria.

Castello Di Miramare 1Nel 1800 arriva in visita a Trieste l'ambasciatore inglese Lord Hamilton con la moglie Emma e l'ammiraglio Nelson. Nel novembre 1805 ritornano i Francesi che cambiano spesso i comandanti; ognuno appena arrivato chiede ingenti somme di denaro per le spese di guerra. Nel marzo 1806 i Francesi abbandonano Trieste portandosi via un malloppo di oltre dieci milioni. Naturalmente all'uscita dei Francesi ritorna l'Austria, che però deve nuovamente andarsene quando, nel maggio 1809, i Francesi, evidentemente nostalgici, ritornano a Trieste per la terza volta. In realtà sono truppe italiane comandate dal principe Eugenio. Trieste viene a far parte delle Province Illiriche con capitale Lubiana e questa volta i Francesi rimangono ben cinque anni. Quando finalmente se ne andranno, nell'ottobre del 1814, i Triestini non li vedranno più; non vedranno più neanche i cinquanta milioni che in quegli anni i Francesi avranno sottratto dalle casse cittadine per spese di guerra ... e personali. Nel 1819 Trieste riceve dall'imperatore Francesco II d'Asburgo il titolo di "Fedelissima". Nel 1829 fa le prove in mare la nave Civetta, prima nave al mondo dotata di elica, appena inventata da Giuseppe Ressel. Nel 1848 ci sono anche a Trieste, come in tutta Europa, fermenti e moti insurrezionali; Giovanni Orlandini raccoglie un gruppo di cittadini per attaccare il palazzo del governo e per fondare una repubblica triestina, viene fondata la Società Triestina che è un primo accenno di irredentismo a Trieste. Il 2 dicembre dello stesso anno, Francesco Giuseppe, a soli 18 anni, diventa Imperatore. Nel 1857 viene inaugurata la Ferrovia Meridionale che unisce Vienna a Trieste e migliora notevolmente i problemi di traffico del porto triestino. In questi anni, sotto l'ammiragliato di Tegetthoff, la marina imperiale deve adottare il dialetto veneto parlato dai Triestini, Istriani e Dalmati quale lingua di servizio. Nel 1866 scoppia la terza guerra di indipendenza, 133 triestini si arruolano e combattono con i garibaldini. Nel 1868 ci sono le prime due vittime tra gli irredentisti triestini. Nel 1869 viene aperto il canale di Suez; questo incrementa il traffico portuale con le Indie e l'estremo oriente aumentando la ricchezza della città. 1878 Guglielmo Oberdan diserta e si rifugia in Italia. Nel 1881 nasce il giornale di Trieste "Il Piccolo". Nel 1882 l'Italia firma la "Triplice Alleanza con l'Austria e la Germania; il primo agosto,all'inaugurazione dell'Esposizione Agricola Industriale, Oberdan lancia una bomba a un corteo di veterani causando una vittima innocente, il 20 dicembre viene giustiziato. Nel 1899 gli irredentisti triestini si dividono in due fazioni, una, la più intransigente, capeggiata da Felice Venezian, vuole che Trieste diventi italiana a qualunque costo, l'altra invece, più moderata, vuole che vengano considerati anche i problemi economici e sociali.

Liberty1900: è il periodo della "belle epoque", lo è soprattutto per una Trieste cosmopolita che continua a crescere economicamente, demograficamente, politicamente e culturalmente. Purtroppo l'uomo, per desiderio di potenza e di dominio, distruggerà quanto fatto negli anni di pace e scatenerà una guerra terribile, mai vista prima d'allora. Il 28 luglio 1914, un mese dopo l'attentato che uccise l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico, l'Austria dichiara guerra alla Serbia. Nel giro di pochi giorni, per effetto del sistema di alleanze tra gli stati europei, 36 anni dopo l'ultima guerra in Europa, scoppia la Prima Guerra Mondiale, allora conosciuta come "La Grande Guerra". Scendono in campo 20 milioni di soldati, tutta la produzione mondiale si dedica all'incremento dell'industria bellica, la pazzia contagia tutto il mondo. I Triestini sono costretti a combattere per l'Impero asburgico, i fanti lontano dal fronte italiano, per la maggior parte in Galizia, ma i marinai sono in Adriatico contro la marina italiana. Dei 1.041 triestini che si rifiutarono di combattere per l'impero austroungarico e si arruolarono nell'esercito italiano ben 182 persero la vita nel corso della guerra; però, dall'altra parte, di Triestini ne morirono a migliaia. Solo nella prima battaglia del conflitto mondiale, quella di Leopoli (Lemberg o L'vov) il 97° reggimento perse il 75% dei 4.300 Triestini che parteciparono al combattimento. Il 3 novembre 1918, un giorno prima dell'annuncio della fine della guerra, il cacciatorpediniere Audace attracca a Trieste, la città è finalmente unita all'Italia.

Trieste ora segue le vicende storiche dell'Italia; non potrà più avere l'importanza che aveva nell'Impero asburgico (primo porto e terza città dell'impero) e non riuscirà neanche a godere appieno del boom economico del secondo dopoguerra. Ormai Trieste è diventata una città provinciale, sita in una zona periferica di interesse marginale, con poche speranze di riemergere senza una classe politica che lo possa, ma soprattutto lo voglia fare.

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Il “melone” con l’Alabarda: simboli di Trieste

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Il tribuno della XV Legione Apollinare di stanza a Trieste, Sergio, giunse in città nella seconda metà del terzo secolo. A Trieste si convertì al cristianesimo; quando fu scoperta la sua conversione, fu trasferito in Siria dove, nel 301, fu decapitato. In previsione del sacrificio, Sergio promise di mandare ai suoi compagni di fede un segno; il segno fu l'alabarda, che la tradizione vuole caduta dal cielo sereno nel giorno del martirio.
L'arma oggi viene comunemente chiamata "alabarda", ma questo tipo di arma non fu usato prima del XIV secolo e infatti gli Statuti Comunali del 1350 usavano il termine "lancia di San Sergio".
L'alabarda, come stemma cittadino, è documentata fin dal XIII secolo sulle monete del vescovo Volrico, ma si ritiene che venisse usata come stemma già dal 1100.

alabarda 1300

Negli Statuti Comunali del 1350 la "lancia di San Sergio" viene raffigurata in due capilettera: nel primo, che raffigura una O, c'è nel centro San Sergio che impugna una lancia e imbraccia uno scudo triangolare arrotondato con disegnato uno stemma, che è proprio la parte superiore della sua lancia.

lancia di San Sergio 1lancia di San Sergio 2

Nel secondo è raffigurato un banditore che indossa un mantello rosso con al centro una lancia bianca.

Lo stemma formato da una alabarda su scudo triangolare rosso rimase in uso fino alla seconda metà del 1400, quando l'imperatore Federico III, nel 1464, lodando la fedeltà dei Triestini manifestata nella guerra contro Venezia, regalò alla città un nuovo stemma.

alabarda 1400

Il nuovo stemma concesso dall'imperatore restò in uso per 350 anni fino al 1809, quando i francesi, che non usavano stemmi comunali, imposero l'aquila imperiale. Naturalmente nel 1813, con il ritorno dell' Austria, venne ripristinato lo stemma di Federico III che rappresentò la città fino alla fine della prima guerra mondiale, quando venne reintegrato lo stemma originale, scudo appuntato di colore rosso con al centro l'alabarda argentea di San Sergio.
Nel 1933, sotto il fascismo, lo scudo da appuntato diventa sannitico e sopra lo stemma cittadino viene aggiunto il "Capo del Littorio", che era formato da un Fascio Littorio d'oro circondato da due rami di quercia e di alloro annodati da un nastro tricolore su uno sfondo rosso porpora.

alabarda 1933

Questo stemma rimase immutato anche durante l'annessione di Trieste al Drittes Reich (Terzo Reich) e fu sostituito nell'aprile del 1945 quando fu ripreso lo stemma originale del 1300.

Nel corso dei secoli lo stemma cambiò varie volte adattandosi ai gusti e alle mode del tempo. Qui sotto possiamo vedere alcune interpretazioni.

alabarda 1300alabarda 1813-1818alabarda 1688alabarda 1689alabarda 1760alabarda 1786alabarda 1791alabarda 1801-1809alabarda 1809-1813alabarda 1813-1818alabarda 1819-1833alabarda 1833-1845alabarda dal 1945

Sigillo trecentesto di Tergeste 1