Cooperativismo Universale

07. Le società cooperative odierne

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La cooperazione è il trionfo della solidarietà e il rifiuto della competitività.
Penso che fra le cooperative si possono includere anche quelle organizzazioni chiamate “comuni” quali i Kibbutz israeliani, i Kolkhoz sovietici, gli Ejidos messicani e le comunità di lavoro sorte in varie parti del mondo. Le “comuni” hanno una particolarità in più delle cooperative di lavoro; le seconde hanno solo il lavoro in comune, mentre le prime hanno anche la vita in comune.

La “politica” delle cooperative e soprattutto quella delle “comuni” possono cambiare non solo i rapporti economici tra i produttori, ma influiscono anche sul modo di concepire la vita in generale. Vediamo ad esempio, l’impressione lasciata dalle comunità Huteriane a un gruppo di studiosi in visita ad alcune loro “comuni”: “ L’impressione ricevuta dalla visita a Jamesville fu rafforzata da questo breve soggiorno a Bonhomme. Lasciammo gli Huteriani con il sentimento di aver incontrato della gente che aveva scoperto il segreto della sicurezza materiale e spirituale. Osservandoli, tutto pareva così semplice. Ciascuno lavorava con serietà al compito assegnatogli, e si sforzava di condurlo al termine nel modo migliore; allorché guadagnavano più di quanto era necessario ai loro bisogni, lo mettono da parte e l’utilizzano solamente per migliorare le loro condizioni di lavoro o per dare ai loro discendenti una migliore base di partenza per la vita. Erano lieti e soddisfatti. Con tutta evidenza non erano spaventati della vita, e della morte non avevano quasi timore. Se degli esseri umani possono dirsi felici, essi avevano sicuramente il diritto di essere riconosciuti tali.”

operai_10L’uomo, per essere felice ha bisogno di sentirsi utile, di sentirsi parte di un gruppo che gli possa assicurare sostegno e solidarietà, di avere le giornate occupate in modo da non lasciargli troppi momenti di noia, di non venire troppo oberato di obblighi e costrizioni e di non avere grosse preoccupazioni per il futuro. La società moderna purtroppo gli nega tutte queste necessità, mentre le “comuni”, che ricordano l’organizzazione di vita preistorica, sembrano essere adatte proprio per soddisfare tutte le sue principali esigenze.

Se i risultati ottenuti tra gli Huteriani si potessero ottenere sempre adottando la vita delle “comuni”, sarebbe allora conveniente trasformare tutte le aziende, tutte le organizzazioni, tutta la società insomma in comunità Huteriane. Questo ovviamente non è possibile, però non vedo perché non dovremmo impegnarci a creare qualcosa che si avvicini il più possibile al modello perfetto di società.

operai_20_costruttoriUn’approvazione all’utopia con critica al Marxismo di Martin Buber: ... I mezzi utilizzati dal Marxismo per ottenere l’affrancamento finale dalla necessità, sono la costrizione, la centralizzazione, l’inquadramento; in contrasto a esso il socialismo utopico insiste sulla più ampia libertà individuale, su l’associazione volontaria e su l’autonomia comunale. ... Marx, Lenin e Stalin col socialismo scientifico si basarono su un concetto dell’azione fondamentalmente politico, quello dei loro antagonisti, i socialisti utopisti, Proudhon, Kropotkin e Laudauer, s’accentra su un’azione che è anzitutto sociale. Il Marxismo pone tutte le sue speranze nella rivoluzione, l’Utopismo nella ricostruzione della società. L’uno accetta come indispensabili un’organizzazione e uno stato accentrati, l’altro insiste sul decentramento e la comunità autonoma. ... Poiché il Marxismo ha dimostrato da sé di avere torto, la conclusione ovvia sarebbe che il socialismo utopico deve avere ragione. Conclusione... ritorno all’utopia.

La parola Utopia, inventata da Tommaso Moro, godette di una buona reputazione finché, dopo le analisi di Marx ed Engels, non cominciò a venire riservata a ogni progetto sociale, economico o politico che fosse stimato bizzarro o futile.

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